Ho deciso di rompere il silenzio.
Non ho abbandonato questo mio spazio, l’avevo solo sepolto tra la polvere, ed ora che ho fatto pulizia, posso dare libero sfogo ai miei pensieri.
Andando per ordine, Mr bluemood ed io abbiamo deciso di compiere il grande passo, quello di convolare a nozze, finalmente, siamo felici e lui non è poi più così blue, anzi ha un bel colorino!!
Ma quello che oggi voglio esprimere è la mia delusione sul mondo femminile. Mai avrei pensato di dover dire una cosa come questa, mai in vita mia avrei creduto di poter perdere fiducia nelle mie simili. Sia ben chiaro ho riflettuto a lungo, per un anno intero su questa tematica, e appena appena si riacquista fiducia, un qualsiasi cosa mi disillude!
Esistono tipologie di donne molto diverse, io non voglio fare un trattato, ma analizzo i rapporti che si creano nell’ambiente lavorativo soprattutto quello a prevalenza femminile. Cosa succede, dunque in questi contesti?
Si hanno diverse categorie:
La full time indaffarata tra lavoro e famiglia e tutto il mondo che sta fuori, a lavoro trova sfogo dalla famiglia, tendenzialmente si fa i fatti suoi e non disprezza il lavoro.
La full time fashion victim divertente e stravagante, quando la si ascolta alle volte si trattengono le risate, altre volte vorresti sotterrarti…tendenzialmente si fa i fatti di tutti.
La full time single è alla ricerca di qualcuno che la possa amare o non cerca nessuno. Spiritosa o taciturna.
La full time single acida, qui saliamo di categoria, si tratta di una donna moooolto arrabbiata con il genere maschile e, la maggior parte delle volte ha ragione di esserlo, non vuole avere più niente a che fare con l’altro sesso, vede di cattivo occhio tutte le colleghe accoppiate, pensa che tutte le relazioni siano tristi e che la donna in coppia sia o sottomessa o tiranna. Vorrebbe avere un uomo, ma dice di aver raggiunto un proprio equilibrio.
La full time “sfigata” alias colei che viene a lavoro per lavorare, prova piacere a scambiare chiacchiere e confidenze con i propri colleghi e cerca di rimanere sul vago sulla propria vita privata. Tendenzialmente non cerca il pettegolezzo ed è l’ultima a sapere le novità.
La part time si divide in: colei che nonostante abbia meno ore da lavorare sa più di te che sei full time, tendenzialmente è informata da delle colleghe sulle chiacchiere. E poi c’è la part time che si lamenta perchè è stanca e tu che sei full time vorresti farle violenza e poi quelle part time che quando vengono a lavoro sono in vacanza…rilassate senza occhiaie e tranquille.
Queste descrizioni non sono per screditare il genere femminile, ma per aiutare a capire e riflettere la multi-sfaccettatura e la complessità dei rapporti interpersonali lavorativi tra donna e donna. Mi spiego meglio.
Molto spesso mi sale il sangue alla testa quando sento parlare di solidarietà femminile, o di come sono forti le donne, superano tutto, sono più mature ecc…è tutto vero, ma alcune donne, mettono in discussione tutte le caratteristiche positive che ci contraddistinguono.
Questo discreto gruppo, di iene ridens travestito da agnellini innocenti e teneri, è sempre pronto a provare pura gioia se una collega è in difficoltà. Scrutano con i loro occhietti vispi i movimenti di chi non è degno di appartenere al branco, con avida fame di cogliere la povera in errore durante il lavoro…eh se per disgrazia questa è appena appena più in gamba professionalmente di loro, se questa appena appena ha una vita fuori dal lavoro e la vive con felicità, se questa appena appena non coglie il marcio in ogni persona che si incontra, se questa appena appena è più carina di loro…allora sei fottuta…si va a toccare la vita personale e quindi si dà il via al toto-pettegolezzo rigorosamente fatto alle spalle della sfortunata, ma essendo l’ambiente fatto di donne, prima o poi, più prima che poi, le cose saltano fuori…quindi cosa fare?
Non ho una risposta, le iene ci sono sempre state e sempre ci saranno, oggi sono io il loro bersaglio, domani toccherà a qualcun’altra…basta che se ne parli…ed è gia un successo!
Mi sorprendo a giustificare i commenti di questo discreto branco perchè cerco di collocarle nella vita reale, fuori dall’ufficio o dal negozio o dal reparto…cercano di fare gruppo e di trovare il marcio per sentire meno il peso della propria esistenza?
Non ho una risposta. Mi ritengo fortunata ad avere una mia testa con cui pensare e non dover per forza voler cercare di far gruppo alle spalle delle altre. Le parole feriscono, gli sguardi fanno male. Ed io non sono nessuno per giudicare.
Sono stata educata a cercare il bello nelle persone, a sentirmi ricca nel condividere con altri momenti e spazi.
E’ come un viaggio, incontri gente che diventa tuo compagno di lavoro, cogli la bellezza della possibilità di crescita, uno scambio…ma Alice nel paese delle meraviglie ormai ha 32 anni, ha capito, finalmente, dopo 9 anni di lavoro, che selezionerà i compagni di viaggio, non si lascerà ferire più così facilmente da chi la chiama amica e appena lascia l’ufficio sa che sarà criticata per la calza smagliata…
Quindi non voglio banalizzare questo disagio dicendo…ahhh l’invidia…no…secondo me esiste altro e per ora non ho voglia di capirlo…questo altro.
La mia risposta è il sorriso…e sì credo ancora nella bellezza dell’animo umano.